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Salvador e lo stato di Bahia – ultima tappa. Di Enzo e Maura


Ultima tappa del nostro viaggio Salvador de Bahia, alloggiati a Itapoa presso Casa Encantada, struttura gestita dall’ONG MLAL, a circa 30 km dal centro di Bahia. Bahia è una città bellissima e festosa ma difficile da girare. Il traffico congestionato dilata i tempi degli spostamenti e la minaccia della microcriminalità che, ci dicono, imperversa, condiziona il modo di andare in giro, lasciandoti un senso di stress.

Nonostante i ripetuti avvertimenti circa la pericolosità (lasciate a casa i passaporti, portate con voi poco denaro, di sera girate solo col taxi, non avventuratevi in strade poco frequentate, ecc.) non abbiamo mai percepito un reale pericolo; è anche vero che tutte le case sono protette dal filo spinato elettrificato e che il problema della violenza è emerso più volte nelle relazioni dei rappresentanti delle associazioni che abbiamo incontrato.

Quindi a Salvador abbiamo visitato prevalentemente il centro, nella parte alta della città, lungo le vie e le piazze con i palazzi in stile coloniale, le innumerovoli chiese, la Fondazione Jorge Amado al Pelourinho, rimanendo colpiti dalla varietà cromatica degli edifici. Nei bar del Pelourinho la sera c’è molta musica e il martedì e nel fine settimana per le strade si può assistere a spettacoli di Capoeira. Se come noi avete la sfiga di non essere in centro il martedì o il sabato, tutte le sere alle 20.00 il Balé Folclòrico da Bahia mette in scena uno spettacolo incentrato principalmente sulla cultura Afro, che in città è molto presente, forse predominante.


Il resto della Salvador turistica l’abbiamo visitato molto velocemente: il Farol da Barra, la chiesa do Senhor do Bonfim e il Mercado Modelo, tutti nella città bassa. Il Mercado Modelo è dedicato all’artigianato, ma ci è sembrato piuttosto banale. Molti banchi ma quasi tutti con le stesse t-shirt e le immancabili infradito. Molto più interessante il Mercado Popular do Sao Joaquim, dove invece abbiamo girato per molto tempo, continuamente attratti dai banchi della frutta, delle spezie, della carne e del pesce. E anche dai negozietti che in completo sincretismo vendono santi cristiani e divinità Orixa della religione Candomblé.


Finalmente al mare a Emassay, bella spiaggia sull’oceano con alle spalle la foce di un fiume. E piccoli bar ad assicurare la birra. In uno dei quartieri problematici di Salvador, siamo stati a visitare Casa do Sol, un’associazione che si occupa di bambini, dalla scuola materna in poi, aggregando i genitori e i giovani del quartiere. Fondata da un sacerdote italiano, assassinato per la sua opera, non è tenuta in considerazione dalle attuali gerarchie cattoliche che, anzi, hanno diviso con una recinzione la chiesa dalla scuola.

A Santo Amaro siamo entrati in contatto con il Movimento Sem Terra, nelle terre che sono riusciti a espropriare ai latifondisti e distribuiti a quanti avevano deciso di lottare occupandole. Molti sono tornati in campagna dalla città in cui si erano trasferiti senza però trovare lavoro dignitoso. Lottando per la riforma agraria e ottenendo delle terre da lavorare, in parte per proprio uso personale e in parte collettivamente, sono riusciti a ottenere condizioni di vita migliore.

Ed ora si torna a casa veramente.

grazie per averci seguito.. al prossimo viaggio!

Enzo e Maura

da www.zainiezoom.com

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