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Vive la France plurielle… La suite!

Aggiornamento: 3 ott 2022


Con i gitani a Saintes-Maries-de-la-Mer…

Lasciata Barcelonnette e le sue suggestioni messicane alle spalle, proseguiamo per la seconda tappa del nostro viaggio interculturale nel sud-est della Francia. Ci addentriamo nella Provenza, una regione che non ha bisogno di presentazioni, vista la fama di cui gode tra i viaggiatori di ogni epoca. Qui si spinsero nei secoli addietro artisti e scrittori per godere dei colori e dei profumi del midi, il caldo Meridione francese: basti pensare a Vincent Van Gogh e Paul Gauguin, che nel 1888 nella loro famosa casetta gialla di Arles si ritrovarono a convivere e a cambiare insieme per sempre le rotte della pittura europea.

Noi, con intenti ben più modesti, siamo diretti verso l’estrema propaggine sud-occidentale della PACA (Provenza-Alpi-Costa Azzurra), la zona umida delle Bocche del Rodano conosciuta per il suo eco-sistema e il suo paesaggio naturale davvero unico: la Camargue. Come tante famiglie prima di noi, abbiamo scelto di trascorrere alcuni giorni in quest’area spinti soprattutto dai desideri e dell’immaginazione della piccola di casa: la nostra Nadja adora i cavalli,


e non c’è regione migliore di questa in Europa per ammirare cavalli bianchi galoppare liberi e selvaggi.

 Tuttavia, oltre a cavalli, tori e fenicotteri, la Camargue ha anche altre storie da raccontare, che ci parlano dell’importante ruolo che le culture altre hanno per questo territorio. Nel nostro viaggio ci siamo interessati in particolar modo al pellegrinaggio dei gitani a Saintes-Marie-de-la-Mer e vorremmo qui dedicarvi qualche ricordo.

Saintes-Maries-de-la-Mer è una cittadina di piccole case bianche, che sembrano proprio trovarsi al confine tra cielo e mare. Au bout du monde, direbbero i francesi: alla fine del mondo. Nel centro del paese sorge un’unica, grande costruzione, che sovrasta in altezza e mole tutti gli altri edifici: è la candida chiesa-fortezza di origine medievale.


Si tratta appunto del luogo di culto dedicato alle Saintes Maries che danno nome alla città, ossia Maria Salome e Maria Jacobé, che secondo la tradizione cristiana sarebbero state discepole di Gesù qui giunte in barca dalla lontana Palestina.


Ma il personaggio più interessante di questa leggenda è un’altra donna, giunta via mare insieme alle due Marie: 


Sara la Nera, donna forse originaria dell’alto Egitto, da secoli venerata come Santa Sara dalle comunità gitane dei Manouches, Coradores, Rom e Sinti.  



Ci colpisce molto notare come a Saintes-Maries-de-la-Mer una popolazione che troppo spesso patisce discriminazioni, pregiudizi e una sistematica esclusione economica e culturale nelle nostre società, sia invece qui rispettata protagonista di un importante momento della vita spirituale della comunità locale.



È a dei giovani gitani che il sacerdote affida le immagini di Maria in processione, sono donne e uomini gitani che prendono parola per esprimere le loro preghiere e guidare il corteo.



Dopo aver partecipato a questa toccante cerimonia, per la seconda volta nel corso di questo viaggio ci ritroviamo a fare propositi di tornare in futuro in questi stessi luoghi, magari per partecipare insieme ai gitani di tutta Europa al grande pellegrinaggio di primavera. Nel frattempo, avremo il tempo di approfondire la nostra conoscenza della storia e della cultura di questo popolo… per chi volesse intraprendere il medesimo cammino di incontro e riflessione, ecco due libri per viaggiare insieme: I rom d’Europa. Una storia moderna, dell’antropologo Leonardo Piasere (Laterza, 2009) e Rom, genti libere, di Santino Spinelli (Dalai Editore, 2012).


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