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L’ultimo Shangri-La

Ho avuto la fortuna di trovarmi in Bhutan più di una volta. La prima, per lavoro, è stata esilarante!

Si sa che gli addetti all’organizzazione di viaggi si muovono quando la stagione turistica è finita, quando gli operatori locali sono liberi da impegni, in pratica… quando  il periodo è sconsigliato a tutti!!! Un  bel gruppo di persone allegre e curiose, un video reporter scrupoloso e ostinato che filmava e rifilmava;  rivedeva e rifaceva così tanto da “obbligare” a soffermarmi e a guardare sul serio: visi, piante, mani e particolari  a cui forse non avrei dedicato il mio tempo. Ed eccoci qui, sotto acquazzoni battenti, chiusi e sballottati in un pulmino guidato da un autista mirabolante e sempre incredibilmente allegro. Strade che si sgretolano e scompaiono e si trasformano in sentieri. Eppure qui la natura è amica  e nessuno vive questa manifestazioni di “energia” come un pericolo.  A parte noi… ovviamente! Per tutti in questo incantevole Paese, la natura è sacra, sempre e comunque. In  Bhutan è intrigante e divertente seguire la nostra guida Namgay su sentieri avventurosi o luoghi meno conosciuti , imbattersi in piccoli monasteri sperduti, dove giovani monaci sono intenti a studiare, a provare canti e melodie , ogni tanto anche loro si distraggono e giocano (perché no?), a rincorrersi , e ridono!  E’ curioso scoprire e ammirare l’architettura così particolare degli Dzong,  i monasteri – fortezze, osservare i minuti disegni delle case,   le bizzarrie dei villaggi di Chimi dove i falli decorano le abitazioni allontanando i malefici.

E’ affascinante e sorprendente ritrovarsi nell’atmosfera rilassata e serena della gente convinta essere parte integrante di un disegno che ha come fine ultimo: la felicità. Il benessere qui è una cosa seria e viene calcolato attraverso un indicatore chiamato “felicità interna lorda”. Un indice che misura il benessere di un popolo attraverso la felicità e la consapevolezza,  ponendo la persona al centro dello sviluppo. Come suggerisce il Dalai Lama  “a livello nazionale e mondiale abbiamo bisogno di un sistema economico che ci aiuti a perseguire la vera felicità. Il fine dello sviluppo economico dovrebbe essere quello di facilitarne e di non ostacolarne il raggiungimento”. 

Che ve ne pare? Particolare… punto di vista, non credete?

Qui si continua una strenua battaglia per salvaguardare la propria identità. Fermamente convinti di essere depositari di una religione e cultura minoritaria che vanno difese a oltranza,  per non essere fagocitati dalle grandi potenze,  proteggono e vigilano  la natura e lo spettacolare ambiente himalayano altrove distrutti anche da un turismo devastante e incontrollato.

E poi possono capitare incontri inaspettati…

Ma sapete che passeggiando nel cortile di uno Dzong a Punakha mi sono imbattuta nella regina madre??? Una vecchierella – pardon – che mi ha confidato che è stata in Italia. Dove? ad Assisi …dove lo spirito aleggia e si sente”. Qui  lo “spirito” lo si sente in ogni dove,  pare che ognuno di loro abbia ben  appreso la lezione del Budda: liberarsi dai tre veleni: ignoranza, desideri, rabbia.  Vivendo in serenità. Pace,  distensione e allegria li ho vissuti nella mia famiglia ospitante, un’avventura! Ho scoperto che lo specchio è un accessorio inutile e  l’acqua calda un piacere ritrovato. Mi sono  tuffata  in un mondo dove il focolare ha un significato intatto; solidarietà, affetti, famiglia, armonia sono parole che qui hanno un senso, come l’autenticità dei gesti e dei sorrisi.

Che dire dei preparativi per il Tshechu? Provare e sistemare il costume con cura scrupolosa, agghindarsi con i gioielli di famiglia,  e poi  balli  fra demoni ed eroi,  canti e ritmi incalzanti, purificatori,    in una atmosfera di gioiosa convivialità e profonda religiosità.

Il mondo di questo popolo sparirà nell’ovvia modernizzazione? Le richieste di questa gente sono ingenue? I giovani guarderanno altrove?

Un mondo di meravigliosi paesaggi,  un ambiente armonioso di pace e tranquillità dove sono bandite odio, invidia e avidità, terra di leggende e credenze antiche. Forse l’ultimo Shangri-La.

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