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Genova: una città, tante storie

Aggiornamento: 3 ott 2022

Viviana, ci dici con poche parole chi sei?


Buongiorno a tutti, sono una naturalista e una guida ambientale, mi piace scovare percorsi alternativi che permettono di gustare la mia città da punti di vista inconsueti e condividere con le persone che accompagno aneddoti e atmosfere.



Perché definisci Genova “la città più inglese d’Italia”?


A parte il carattere estremamente riservato, lo stile sobrio nelle scelte dell’abbigliamento, un certo mood scaramanticamente pessimistico, siamo accomunati dalla bandiera di San Giorgio.

Si narra che il vessillo crociato delle galere genovesi incutesse tale timore ai nemici che il monarca inglese ottenne previo pagamento di un tributo il permesso di utilizzare la stessa bandiera per mettere in fuga chi volesse attaccare la sua flotta.


La Genova di Don Gallo e di De André, è una città solidale, che sta “dalla parte degli ultimi”. Durante la visita alla città, conosceremo questo suo lato?


Sarà proprio così, in particolare il terzo giorno dopo aver passeggiato sull’antica via Postumia, attraversando le alture dei quartieri di tradizione operaia della Val Polcevera, scenderemo in città da una bellissima creuza che sembra uscita dalle canzoni di Faber e dai racconti di Maggiani, le case che si affacciano sulla mattonata hanno ospitato generazioni di camalli e seguiremo i loro passi fin sotto la Lanterna per una cena solidale all’Osteria di Don Gallo.



La storia si intreccia: Roma antica, repubblica marinara, il medioevo e il 600…passeggiare a Genova è un viaggio nel tempo.


Genova e i suoi dintorni sono una continua ispirazione e partendo dal paesaggio che ci circonda rievochiamo la vita di chi ci ha preceduto: una bisagnina, mentre raccoglie verdure sulla sponda del torrente, un maestro d’ascia che nell’ombra della lecceta sceglie le querce da tagliare e inviare al cantiere navale…



Poi c’è la storia recente, con gli incresciosi incidenti del G8, e il crollo Ponte Morandi: sono ferite ancora aperte, che rivelano l’anima sofferente ma forte della città…


Hai ragione e per noi è doloroso parlarne quasi le parole sminuissero il senso di sgomento che ci portiamo dentro. Il G8, il dramma della Torre Piloti, il crollo del Ponte Morandi…l’amarezza nell’ammettere che chi ha avuto la possibilità a suo tempo di intervenire ha scelto coscientemente di astenersi non ci porta verso il cinismo o la cieca rabbia ma rafforza lo spirito caparbio e solidale della città, che si ostina a sperare e perseguire una giustizia terrena.


Un fermo immagine di Genova


L’attraversamento dell’acquedotto storico, un complesso monumentale realizzato dalla città per il bene comune che grazie ai costanti lavori che si sono succeduti nei secoli fu attivo dall’epoca romana fino ai primi anni ‘60, a dimostrare che con la manutenzione ordinaria, le innovazioni tecnologiche e la buona volontà le cose possono funzionare.



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