Non ci sono altri paesi fuori dall’Italia
dove l’idea di “italianità”
sia così spudoratamente confessata
e ammirata come in Argentina
e allo stesso tempo esaltata e contraffatta,
il tutto sempre senza misura né vergogna!
E’ la quantità di persone immigrate a partire dalla metà del XIX secolo fino al periodo tra le due Guerre, arrivate quasi a contare il 40% dell’intera popolazione del paese, che fa di uno su tre argentini odierni il discendente vicino o lontano di un italiano “vero”. Quindi arrivati in Argentina, o meglio a Buenos Aires, e prendendo un taxi, come ci dice Guccini, “il tassista non perse un istante a dirci che era pure lui italiano”… e poi anche il resto di quei versi riassume in modo magico l’essenza dell’italianità argentina.
E penso proprio che sia stato importante per me, italiana di nascita e vissuta a Firenze fino a 23 anni, approdare in Argentina dopo dieci anni trascorsi in vari e molto diversi lidi dove il senso di estraneità era riempito solo dalla passione per il mio lavoro a contatto con gente che si confronta con problematiche vere e la grande voglia di orizzonti nuovi.
L’Argentina è stata la sintesi tra il mio essere italiana e voler vivere lontano da tutto quello che non mi piace e non sopporto dell’Italia, ma soprattutto per continuare a fare quello che mi appassiona: conoscere ed avvicinare le popolazioni locali in molti casi definite “indigene” o “primi abitanti” e collaborare allo sviluppo del turismo inteso come mezzo per far conoscere e rispettare la cultura e i luoghi e, allo stesso tempo, come alternativa economica alle realtà locali.
Quello che rende l’Argentina magica sono gli spazi dove la presenza umana è minima e la mancanza di stratificazione culturale evidente. E’ il risultato non solo delle dimensioni ma anche dei genocidi prima per mano degli spagnoli, poi ben più crudi e tragici quelli perpetrati dai colonizzatori latifondisti e adesso dalle grandi multinazionali e le imprese minerarie… Tutto questo disastro umano provocato dagli occidentali ha di poco modificato gli scenari naturali fantastici: ghiacciai bianchi e azzurri, celi e nuvole dalle forme mai viste, boschi di alberi preistorici, sia pietrificati che vivi e vegeti, animali liberi, nel mare, le balene, i pinguini, i leoni marini, in aria infinità di specie dalla latitudine che spazia dai 31 gradi sud fino ai 55!!! I guanachi corrono nella meseta patagonica. Ed in questo contesto ci sono gli argentini di oggi, la gente comune e quella un po’ più speciale, le comunità indigene e locali che resistono permanentemente lottando per proteggere la loro terra e il loro modo di vita.
Questo paese, rifondatosi con politiche migratorie organizzate e passato attraverso vicende politiche drammatiche, sprizza un’energia e un’allegria a noi sconosciuta, per la fiducia nel poter realizzare il proprio sogno nella vita e molto spesso contribuire al bene comune.
Nel corso di quasi vent’anni di lavoro ho conosciuto dei viaggiatori che sono entrati in crisi perché capiscono che i limiti che hanno tarpato le loro ali non erano poi così insormontabili. In Argentina si vede la gente che “fa”: ci si sceglie dove vivere, c’è infatti una grandissima mobilità interna per motivi di lavoro ma soprattutto per il piacere di scegliere dove far crescere i propri figli; si iniziano progetti prendendo in mano l’accetta o il computer… Si costruisce la propria vita con molto sforzo ma anche con la voglia e lo spazio per farlo.
Arrivano informazioni forse contrastanti con quanto scritto, la crisi economica principalmente, l’inflazione. Senza dubbio è tutto vero, ma quello che è anche vero è che la popolazione reagisce, s’inventa delle soluzioni, scende per le strade e imbratta le banche che non gli rendono i soldi, si crea una forma organizzata di baratto, si occupano fabbriche e imprese fatte fallire in modo fraudolento e si rimettono in marcia e a volte… si torna in Italia o Spagna da parenti e amici, per poi ripartire!!!
Certo, in un viaggio in questo
quasi continente non si riesce
a vedere e a capire proprio tutto
nonostante le guide fantastiche che vi accompagnano o la selezione di luoghi ed esperienze che prepariamo da anni, ma sicuramente l’Argentina occuperà, dal viaggio in poi, un posto speciale nella vostra memoria e un’esperienza di grande valore.
La zona più visitata in assoluto è la Patagonia.
Buenos Aires comunque arrivando dall’Italia è una tappa obbligatoria, poi le cascate di Iguazu e infine il Nord Ovest al confine con la Bolivia e il Cile, dove l’altipiano andino regala arcobaleni terrestri tra montagne colorate e vallate nascoste fin dove è arrivato il cammino dell’Inka!
Il paragone che sempre faccio è con l’Italia: se uno dovesse visitare l’Italia una sola volta nella vita sceglierebbe Venezia o Palmanova? Firenze o San Gimignano? Roma o Orvieto? Napoli o Sorrento?
In Argentina capita lo stesso, il ghiacciaio Perito Moreno va assolutamente visto, è di una magnificenza poco descrivibile anche con le migliori fotografie; i profili della costa del Canal Beagle e Ushuaia fanno pensare di affacciarsi alla fine del mondo, le scogliere di fossili marini scolpite dal vento di Penisola Valdés dove rimbombano gli sbuffi delle balene, la grandiosità delle cascate di Iguazu e le infinite possibilità urbane di Buenos Aires VANNO VISTE, ma difficilmente potrete immaginare cosa vi lasciate alle spalle.
Come il turista che dopo dieci volte che torna in Italia finalmente arriva a Civita di Bagnoregio.
Quindi in Argentina bisogna andare a poi ritornare!
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