LA COMUNITA’ E LE BELLEZZE DELLA NATURA DI SPITZKOPPE Durante il viaggio incontro ravvicinato con il serpente, non innocuo, ma fortunatamente mite e un po’ stordito dal passaggio di un auto che ci precedeva. Arriviamo al Camp Site di Spitzkoppe e subito facciamo visita alla Primary School del vicino villaggio, che con i suoi 360 bambini impegnatissimi nelle loro lezioni ci guardano mentre sbirciamo dalle finestre delle loro aule. Entriamo in una classe e come ieri ci accolgono cantando con grande partecipazione, anche nella loro lingua Damara, con quei difficilissimi e stranissimi click per noi impronunciabili. Visitiamo il refettorio, il dormitorio ed anche la “clinica” del villaggio, proprio dove in questi giorni sta avvenendo la somministrazione del vaccino anti polio. Conosciamo anche l’uomo più vecchio del villaggio (82 anni) che vive nell’abitazione più vecchia del villaggio, con la sua tipica struttura chiamata Pondok, termine usato per definire le incredibili montagne di granito che ci circondano e che richiamano la stessa forma circolare. Prendiamo possesso dei nostri “”splendidi” bungalow, in uno dei quali ancora non ci sono i letti né la luce….speriamo per sera! Mangiamo qualcosa della nostra scorta prontamente ed efficacemente procacciata dalle nostre vivandiere e poi zaini in spalla partiamo per il Bushman Paradise. Escursione fantastica dove incontriam: procavia, klipspringer, ovvero le antilopi saltarupe e piante particolarissime come l’aloe dicotomica, la cammiphora (dal profumo pazzesco meglio di Dolce e Gabbana), e l’euphorbia virosa. Manchiamo per un pelo il tramonto all’arco di pietra, dove becchiamo una procavia già nel mondo dei sogni che russava come un pazzo. Niente doccia perché non c’è acqua ma comunque tutti in ordine ci presentiamo alla cena a base di riso, zuppa di funghi, insalata russa a base di patate, carote e maionese, broccoletti e cavolfiori ma il top è stato il pollo cucinato alla perfezione. Fine pasto con l’Amarula e biscotti. Buonanotte sotto un cielo stellato che più non si puà e arrivederci all’alba sotto le pendici del Cervino d’Africa.
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