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LA ROMANIA CHE CAMBIA (ultima parte)

Si conclude così il racconto di Bruno, nostro viaggiatore quest’estate in Romania… Buona lettura!!!

In Bucovina: tra monasteri e fattorie, il viaggio in un’altra epoca.

Il viaggio prosegue poi in direzione nord – est verso la Bucovina, una delle regioni storiche della Romania, rimasta molto legata alle tradizioni più folkloristiche. Qui giriamo per la campagna ed i meravigliosi boschi, assaporando i costumi ed il modo di vivere di “una volta”, genuino e schietto, simile a quello che si viveva nelle nostre campagne, forse, solo alla fine dell’Ottocento. E’ la stagione della fienagione e vediamo molti contadini all’opera con le falci, riempire i loro carretti trainati da cavalli fino a farli traboccare. Proviamo anche l’ebrezza di un lento e breve viaggio a bordo di un treno a carbone a Vatra Moldoviţei, dove scopriamo anche il gusto dei locali per le uova dipinte, altra tradizione dell’Est, che qui raggiunge livelli di vera maestria. Nei giorni che seguono ci dedichiamo alla scoperta dei famosi monasteri affrescati della Bucovina, patrimonio dell’Unesco e veri capolavori dell’arte sacra rinascimentale. Tutti caratterizzati da imponenti mura che li racchiudono, hanno la peculiarità di avere affreschi del 1400/1500 sulle pareti esterne, protetti solo dai tetti spioventi ”ad ombrello”. Iniziamo dal monastero di Moldoviţa con il bellissimo affresco del Giudizio Universale e poi con quello di Voronet, noto anche come la “Cappella Sistina d’Oriente”, per via dei suoi bellissimi affreschi dal tipico colore “blu di Voroneţ” ottenuto da lapislazzuli. L’itinerario prosegue con la casa museo delle tradizioni contadine di Straja e una nuova sosta per l’acquisto di uova decorate: sono talmente belle che convincono tutti a farsi portare in Italia come idea regalo, pur essendo fragilissime. Quindi dovrebbe esserci un “piccolo spuntino” in una fattoria di Brodina: inutile dire che ci sediamo a tavola e non ci alziamo più. Arriva un tripudio di formaggi e yogurt fatti da poche ore, insalate e verdure di giornata, e le ottime “placinta” al miele. La coppia di anziani contadini che ci ospita racconta la vita di ieri e di oggi, non nascondendoci la gioia di vivere in questo loro piccolo paradiso ai confini del mondo, cui non rinuncerebbero mai. Qui la vita scorre lenta, scandita da ritmi ancestrali e dal semplice alternarsi delle stagioni, dal lavoro nei campi, dalla mungitura e pascolo delle vacche. Ogni fattoria è autonoma per la sussistenza e produce da sola tutto ciò di cui ha bisogno. Nulla di più, ma tutti un po’ invidiamo la serenità di questa famiglia. Per smaltire il ricco break pensiamo di andare ad esplorare la foresta, rimasta selvaggia e primordiale, con tanto di orme di orso, dove arriviamo a gettare uno sguardo sulla vicina Ucraina. A Putna, centro della spiritualità ortodossa di tutta la Romania, vi è il sepolcro del principe santo Stefano il Grande (Stefan cel Mare) difensore della Cristianità e padre della patria di tutti i romeni. Alloggiamo quindi a Sucevita, in una tipica casa rurale romena e di buon mattino raggiungiamo a piedi l’omonimo monastero, il più grandioso dei complessi monastici della zona, adagiato tra verdi colline. Gli affreschi esterni sono del 1596, e restiamo ammirati davanti alla celeberrima scala delle virtù. Il viaggio volge al termine. Ancora una sosta a Marginea, un villaggio noto soprattutto per lo straordinario numero di abitanti emigrati in Italia che con i loro risparmi hanno trasformato il locale paesaggio e lo stile di vita. Ci immergiamo, infine, nella vita del mercato popolare di Rădăuţi, per gli ultimi acquisti di prodotti genuini e poi il rientro a Iaşi, da dove ripartiremo per le nostre case.

Due protagonisti della storia romena: Stefan cel Mare e Mihai Eminescu

Nel nostro viaggio abbiamo sentito menzionare spesso il principe Stefan cel Mare ed il poeta Mihai Eminescu: desidero, dunque, concludere questo articolo con alcune brevi note su questi due personaggi storici, importanti per l’intera Storia d’Europa. Ștefan fu principe di Moldavia nel secolo XVI e difese per tutta la vita il suo regno dalle ambizioni espansionistiche del Regno d’Ungheria, del Regno di Polonia e dell’Impero ottomano. Tra le turbolenze della vita dell’epoca, quando non si potevano evitare lunghe e sanguinose battaglie e si era soggetti alle più varie ed avverse vicende della vita, riuscì nel difficile scopo di far fiorire le arti e la cultura nel suo paese, dedicandosi alla costruzione di alcune importanti chiese. In seguito, salvò perfino la sorte dei monaci del Monte Athos, in Grecia. Fu il primo ad intraprendere relazioni diplomatiche con l’Italia e venne apprezzato anche in Occidente tanto che Papa Sisto IV lo nominò verus christianae fidei athleta (“vero campione della fede cristiana”). Oggi è venerato come santo dalla Chiesa ortodossa orientale.  Il poeta Mihai Eminescu, vissuto all’inizio dell’Ottocento, è stato sottovalutato a lungo nella sua stessa Patria. Solo dalla seconda metà del Novecento è stato riscoperto ed apprezzato per la sua poesia armonica, volta soprattutto a celebrare la natura e gli amori di gioventù. Accostato da molti al nostro Leopardi per il suo pessimismo e per la sua lirica, in realtà se ne discosta per i toni più celebrativi e solenni e per l’attenzione dedicata nei poemi alla sua amata Veronica Micle. Il loro amore fu travagliato e tragico: il poeta morì ancora giovane e la sua amata si ritirò poi in convento, dove si suicidò per il dolore della perdita dell’amato. Eminescu lascia una vasta serie di poemi in lingua romena, tutti da scoprire, oggi disponibili anche in varie traduzioni in italiano. In conclusione, abbiamo scoperto una terra antica che si apre oggi ad un turismo nuovo, consapevole e rispettoso delle varietà e differenze culturali.


Testo di Bruno Tagliamonte Viaggio “ROMANIA: lungo le vie incantate. Iasi, Sighisoara, i monasteri della Bucovina e le minoranze culturali”, agosto 2017

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