La parola a Luca, il nostro corrispondente.
La parola a Luca, il nostro corrispondente.
impegnati nella città di Babahoyo in un progetto di sviluppo sociale
in campo educativo
Furono anni di grande soddisfazione che portarono anche alla creazione, assieme ad un gruppo di persone del posto, della scuola materna ed elementare Mahatma Gandhi che ora riceve più di 200 allievi ogni anno e offre lavoro costante a circa 13 persone.
Le persone che incontrammo ci aprirono le porte alle loro case e quindi poi fu facile e naturale ampliare i nostri rapporti verso nuove città e valli di questo Paese dove si incontrano ancora oggi comunità indigene e tradizioni ancestrali a lato di città moderne e produttive.
fondato sul reciproco interesse di far conoscere
i vari aspetti di queste genti e di questo Paese
Ora accanto a me operano persone ecuatoriane che ci accompagnano nei nostri viaggi permettendo una trasmissione delle conoscenze locali ancora più diretta e genuina.
Immaginiamo di svegliarci in un centro coloniale di grande bellezza, con piazze spaziose e chiese barocche di architettura spagnola.
Già non sono campanili o antiche case coloniali che ci circondano ma il verde di piante secolari, cascate e fiumi su cui navigare.
Passano un paio di giorni ed eccoci in una pianura tropicale, attorno a noi campi di canna da zucchero, banana e cacao.
E nel bel mezzo di questa pianura si trova una città polverosa e contradditoria dove nelle umili periferie la gente del posto è riuscita nel piccolo miracolo di creare una scuola materna ed una elementare per i bambini delle famiglie che più ne hanno bisogno.
Proprio con questi bambini, lontani dalle rotte del turismo, tocchiamo con mano come questi popoli stiano crescendo, pur con le loro difficoltà ma anche con una umanità quanto mai strabiliante e contagiosa.
Lasciamo entrare questi sentimenti ed eccoci poco dopo ancora fra le montagne, bene in alto, conoscendo una comunità indigena che ancora va fiera delle proprie origini e tradizioni culturali e sociali.
Accanto a loro possiamo rilassarci, del resto il paesaggio agricolo di montagna invita alla calma e alla riflessione interiore e ci
potrebbe, forse, farci pensare se davvero non esista anche un modo alternativo verso uno sviluppo equilibrato e giusto, dove la modernità possa fondersi poco a poco con le tradizioni, senza eliminarle, anzi, valorizzandole.
per breve tempo presenti anche qui
prima dell’arrivo degli spagnoli, cinque secoli fa.
Tutto questo prima di cambiare nuovamente dimensione e atmosfera e senza parole accorgerci di essere circondati dall’oceano e da quell’arcipelago di isole che furono un laboratorio scientifico e ora sono anche una piacevole, in realtà unica, esperienza naturalistica per chi le visita.
Gli animali restano vicini, non li possiamo toccare ma loro non scappano, ci osservano, a volte scherzano persino con noi, specialmente i leoni marini mentre nuotano sfiorandoci, molto più socievoli delle iguane che ci osservano severe ed impassibili.
Ma ci sono anche tartarughe giganti, piccoli squali inoffensivi, sule dalle zampe azzurre, fragate, granchi, cormorani.
Un oceano di diversità e di spiagge deserte dove nuotare è un piacere da vivere prima di ritornare fra i mercati delle montagne per acquistare, perchè no, magari qualche ultimo regalo prima del ritorno a casa.
Ecco, questo è nelle intenzioni il nostro viaggio in Ecuador e Galapagos.
Accompagnati da persone del posto interessate a condividere la loro esperienza e le loro quotidianità si va alla scoperta di Quito, della foresta Amazzonica, delle scuole di Babahoyo, della comunità indigena dei Saraguro, di Cuenca, delle Galapagos e di Otavalo.
dove non solo cambia la geografia del territorio
ma cambiano anche i visi, le culture e le popolazioni