Buenos Aires è una città senza centro. Finché non trovi il tuo. E allora ti senti a casa.
Dopo il breve soggiorno del 2006, sono arrivati altri viaggi. L’anno successivo, ho conosciuto la zona della Rioja, con la bellezza di Talampaya, Valle de la Luna, Chilecito e Laguna Brava, ma anche i problemi sociali e ambientali provocati dalle miniere a cielo aperto installate dalle compagnie multinazionali, vietate in altri paesi.
Il 2008 è stata la volta del
Poi è arrivata l’estate del 2011. Nei mesi precedenti la mia vita aveva subito cambiamenti epocali e avevo il bisogno di staccare per un paio di settimane, per tornare dove mi sentivo a casa. Perché casa, prima ancora che i luoghi, sono le persone. Buenos Aires mi ha accolto ancora una volta con il suo calore (malgrado fosse inverno, e pure freddo) e quelle due settimane si sono rivelate troppo brevi. Il rientro in Italia, la decisione di tentare sul serio, un nuovo soggiorno di prova tra ottobre e novembre che mi ha portato alla decisione di trasferirmi. Un mese – anch’esso volato – dove ogni cosa mi rendeva felice: salutare al mattino con un “Hola, Anto” la custode del condominio dove avevo affittato un monolocale; passare il tornello del Subte (la metro) con la tessera magnetica; sentire squillare il cellulare e vedere lampeggiare un numero amico, inviare gli Sms con la funzione T9 in spagnolo; aiutare qualcuno a fare un prelievo al bancomat o a trovare un indirizzo (che orgoglio, se riuscivo a dare informazioni!). Un’amica appena conosciuta che mi dice: “Se hai bisogno telefonami. Se ti trovi in difficoltà, mi chiami, mi dice dove sei e io ti vengo a prendere a qualsiasi ora”. Presentare domanda per un master all’università (e dalla risposta dipenderà la mia vita nei prossimi due anni). Scoprire che non è così impossibile ottenere una residenza d’artista dove restare qualche mese a scrivere un testo teatrale. Ogni tanto apro il cassetto della scrivania e controllo che il biglietto aereo sia sempre lì, con il passaporto e i documenti per il visto. Un mese: mi sembra tantissimo e al tempo stesso mi sento mancare la terra sotto i piedi.
Questa è, per me, Buenos Aires. C’è Plaza de Mayo, simbolo della rivoluzione che portò all’indipendenza dalla Spagna e,
C’è tutto questo, nella città senza centro dove io ho trovato il mio. di Francesca Capelli
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